Il titolo di questo articolo da delrock.it mi fa sorridere ,interessante l’articolo invece.
Solo i nomi degli artisti sono una garanzia………..
Â
We Wish You A Metal XMas
AA. VV.
Voto:Â
Casa discografica: Armoury-Edel
Anno: 2008
Quest’album, divertente e prevedibile in parti uguali, conferma una vecchia teoria secondo cui i metallici sono dei finti ribelli e in realtà , sotto sotto, dei teneroni tradizionalisti. Qui, per esempio, davanti al sacro argomento del Natale, e all’armamentario degli inni per quelle celebrazioni, non trovano di meglio che scherzarci su anzichè impegnarsi in una seria opera di avvelenamento dei pozzi e di sovversione/perversione dell’iconografia classica. Ricordo che in passato certi miti del punk si erano comportati allo stesso modo, dai Ramones di I Don’t Wanna Fight Tonight ai Damned di There’s No Sanity Clause. A quando una giacobina rivolta contro il Natale della tradizione per un recupero, ad esempio, delle feste pagane d’inverno? Julian Cope, salvaci tu.
Un’occasione perduta, se vogliamo, ma un’ora di ascolto non proprio buttata via. Il cast è notevole, con tutta una galleria di hard rockers (per lo più in età dinosaura) che fanno il loro sporco lavoro: scuoiare Rudolph e le altre renne del corteo, come da scheletrica copertina, seviziare il povero Santa, bombardare di petardi sonori l’albero di Natale e via così, sull’onda di classici che più classici non potebbero essere: Little Drummer Boy e Auld Lang Syne (le aveva già scorticate Jimi Hendrixsu un vecchio 45), Silent Night, God Rest Ye Merry Gentlemen, Silver Bells e Santa Claus Is Coming To Town, che qui diventa Santa Claws nella amfetaminica versione di Alice Cooper, John 5, Billy Sheehan e Vinny Appice – uno dei pezzi forti della raccolta.
Tema snocciolato in fretta, ritmi volentieri accelerati o appesantiti, chitarre libere per incursioni a mani basse: lo schema di quasi tutti i brani è questo, con axemen di pregio che si chiamano Tony Iommi, Steve Morse, Michael Schenker, Tracii Guns, Steve Lukather. Gli inni popolari si mescolano agli standard più recenti; c’è spazio per un’ educata Happy XMas (War Is Over) di John Lennon e per una Run Rudolph Run (Chuck Berry) che di fatto è una specie di Santa B. Goode.
Riccardo Bertoncelli
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CIAO FRANCO
BELLISSIMO BUZZ ROCK CAFE’
MI PIACE
AUGURI DI BUONE FESTE
VINCENT DJ
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ciao e tanti auguri a te Vincent mitico dj toskanaccio!Grazie per il tuo intervento,un abbraccio,frankbuzz
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dal momento che si cita la band di Dave Vanian, lo posto qui:
7 long years have passed since the magnificent Grave Disorder but The Damned have gigged constantly since then becoming more and more cohesive as they do so. Finally a new album. The single Little Miss Disaster (included here) from 2006 was a hint of what was to come and a tantalising taster. So, Who’s Paranoid sees The Damned building upon the sound and styles of Grave Disorder whilst moving on to experiment with yet new areas. Opening track A Nation Fit For Heroes sounds almost like prime Stranglers. From there on it’s a journey into a myriad of different styles encompassing music hall sing-a-long(?) (Dr Woofenstein), pop-rock (Diamonds, Little Miss Disaster, Just Hanging,), ballads (Since I Met You), punk / rock of course ( Danger To Yourself, Maid For Pleasure, Perfect Sunday, Nothing), gothic ballads (Nature’s Dark Passion) and wig-out psychedelia (Dark Asteroid). The standout is the magnificent Perfect Sunday which has a guitar lick any self-respecting rock band would kill for! The real surprise, however, comes in the form of the 14 minute Dark Asteroid. This is not the first time that The Damned have played around with this particular genre (check out 1980’s Curtain Call) but this is the first time that Captain and Monty have really let their imagination run riot! So, Who’s Paranoid is a magnificent album, great songs, brilliantly played and with faultless production. Everybody should own a copy just to see how it should be done. Genius!
Damned: So Who’s Paranoid? – (The English Channel rec.)
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la cosa qui sopra, sul disco dei Damned è di Dave Simpson, del Guardian.
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Dal Guardian spesso “vengono fuori” cose buone,altri tabloid inglesi spesso le sparano grosse,grazie Alien.Sui Damend che dire:sulla scena punk/punk rock spesso poco considerati per lasciare spazio ai soliti noti.
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