b16 si scusa e ci saluta alla sua maniera!

ciao buzz, scusa n questi giorni sono stato impegnatissimo

ti mando un post con la rec. del concerto di roisin, se vuoi pubblicala pure!

a presto

b16

Grazie a te b16 e……welcome on board:-))

ps che ragazzi fantastici su questo blog! 

 

1. overpowered
2. you know me better
3. checkin’ on me
4. through time
5. tell everybody
6. i want you
7. it’s nothing

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1. movie star
2. dear miami
3. primitive
4. dr.zee
5. i can’t help myself
6. pretty bridges
7. let me know
8. ruby blue

–

1. the id
2. slave to love
3. ramalama (bang bang)

 

      roisin murphy live hmh amsterdam 21.11.2008

 

 

Opening act per gli Hercules and Love Affair reduci dal successo del primo album e delle esibizioni estive europee. Line Up abituale per le prove oltreoceano, con Anthony a New York a completare il nuovo album e il transessuale Nomi a dominare il palco al fianco di Kim. L’atmosfera è quella di uno street party alimentato da una languida riproposizione della house delle origini. La band di Andrew Butler intrattiene senza fatica un audience ben disposto con jam session prolungate e fiati a supporto. Dopo i rapidissimi saluti del leader del collettivo newyorkese il momento del main event arriva velocemente: il live act di Roisin Murphy (The Princess of Electropop secondo l’Amsterdam Weekly…) è sin dalle prime battute più smaliziato e intrigante di quanto l’ultima prova su album facesse attendere.

Il suono dal vivo dei brani di Overpowered esalta la distorsioni rimaste sotto traccia nel mixaggio finale, trasformando l’aspetto ritmico di ogni esecuzione. Sin dall’uno-due d’apertura Overpowered – You know me better lo show si modella sui movimenti e la voce di Roisin: la fanciulla di Arklow sembra nata per stare su un palco, una perfetta miscela di stile e rock attitude, sensualità e ironia.

Un ritratto amplificato dai costumi – con cui gioca per tutta la performance, alternandoli o sostituendoli pezzo dopo pezzo – e dalle proiezioni giocose e psichedeliche sullo schermo alle spalle della band.

Checkin’ on me conduce la serata in una dimensione più intima: Through time e Tell Everybody in versione acustica riscaldano il pubblico e sono il preludio alle prime ovazioni scatenate da I want you, da Statues: un segno che ad Amsterdam i Moloko non sono certo dimenticati. La prima parte del set si chiude con un piccolo gioiello tratto da Things to make and do, il miglior lavoro della coppia Brydon-Murphy: It’s nothing incanta con un lungo assolo finale al pianoforte. Interludio e ritorno dance con Movie Star eseguita non in versione originale, ma remix (Kid Gloves Mix per l’esattezza) e Dear Miami, suadente e disillusa con tanto di palme infuocate sullo sfondo.

In Primitive appare la prima scossa elettrica della serata con l’introduzione noise di una chitarra sul finire del brano, quasi ad annunciare le successive, sorprendenti, scelte di Roisin: Dr.Zee, I can’t help myself, Pretty bridges e The ID (negli encore).

I quattro brani selezionati da Do you like my tight sweater? e I am not doctor appaiono in un nuovo splendore, stravolgendo ancor più uno show contaminato da loop impazziti e (da questo momento) drum n bass, ammiccamenti hip hop, sintetizzatori e art rock.

In particolare il synth che già impazzava in Movie Star si riaffaccerà anche nell’unica cover del concerto, una Slave to love annegata in riferimenti 80s a dispetto dell’originale degli stessi anni firmato Brian Ferry.

Nel succedersi degli eventi Let me know è solo una parentesi tra house e chill out ideale per preparare il terreno ai violenti rovesci di Ruby Blue e della conclusiva, voodoo e liberatoria, Ramalama (Bang Bang). Dopo due ore di concerto la rinnovata scalata di quest’ultima parte dell’Overpowered Tour decreta l’ennesimo trionfo personale per Roisin: rispettosa dello stand by dei Moloko senza esserne schiava, è ora creatrice di un universo parallelo altrettanto interessante ed affascinante, capace di esaltare ancora una volta il talento vocale e l’indiscutibile, innato, appeal della sua autrice.