Sarà un urlo che vi seppellirÃ
La storia è questa: pochi mesi fa è apparso nei negozi di dischi di New York un piccolo 12 inch, stampato in 500 copie, che aveva una copertina rossa con stampato sopra una lista di 74 canzoni, ognuna delle quali legata a un negozio di dischi di Manhattan. Una volta messo sul piatto il disco svela il suo magnifico segreto: una compilation di 74 urla, piccoli estratti di pochi secondi, da altrettante canzoni rock, scelti dai dipendenti dei 74 negozi coinvolti. Ci sono i Pixies, De La Soul, Slayer, Bjork, Who, Joplin, in 3 minuti e 32 secondi. L’idea è di LeRoy Stevens, venticinque anni, in omaggio a Ed Ruscha che nel 1963 aveva fatto un libro, “Twentysix Gasoline Stationsâ€, fotografando pompe di benzina dalla California all’Oklahoma. Stevens ha fatto la mappa di tutti i negozi di dischi New York e poi ha chiesto ad ogni impiegato quale fosse il suo “urlo†preferito. “Ci ho messo sei mesiâ€, ha detto al New York Times, “non è stato facileâ€.
Il “pezzoâ€, se così si può definire, mette in luce l’urlo come strumento espressivo, ed è assai curioso. Anche perchè colpisce l’immaginazione di noi tutti, appassionati di musica, che abbiamo certamente subito il fascino di qualche urlo particolare nei nostri molteplici ascolti. Io, ad esempio, considero centrali nello sviluppo del rock alcune urla specifiche, come quelle di Roger Daltrey in “We won’t get fooled againâ€, di Janis Joplin in “Cry Babyâ€, dei Pink Floyd in “Careful with that axe Eugeneâ€.
Il disco però è anche una celebrazione della centralità dei negozi di dischi e dei loro impiegati. Una memoria, in molti casi, visto che da quando Stevens ha iniziato a lavorare al progetto fino alla sua relizzazione ben 42 dei 74 negozi hanno chiuso.
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