La Motown:che altro aggiungere se non consigliarvi l’acquisto del disco celebrativo pubblicato prima di Natale?
Superlativo.
Ecco altro da corriere.it
I 50 ANNI DELLA MOTOWN, L’ETICHETTA DI DETROIT FONDATA DA BARRY GORDY
La musica che ha battuto il razzismo
Con Diana Ross, Stevie Wonder e Marvin Gaye ha cancellato la divisione tra musica nera e bianca
Provate a mettere insieme anche soltanto i nomi più famosi, da Stevie Wonder a Marvin Gaye, da Diana Ross ai Jackson Five e avrete l’idea di cosa abbia significato per la musica nera la Motown, ovvero l’etichetta di Detroit che ha dato popolarità , successo e grandi guadagni agli artisti afroamericani creando uno stile e un’epopea che dura da mezzo secolo. La celebrazione dei 50 anni dell’etichetta di Detroit inventata da Berry Gordy è l’occasione per ripercorrere l’epoca d’oro di quella singolare mistura di soul e rock ‘n’roll che ha regalato, del tutto inaspettatamente, l’onore delle classifiche ad artisti di colore. Che da allora non sono più confinati nel ghetto della classifica che Billboard stilava soltanto per gli artisti neri. Ma conquistano anche il pubblico bianco e la tv.
Diana Ross e le Supremes .OLTRE LE BARRIERE RAZZIALI – Nell’America degli anni Sessanta la ricetta di Gordy (una confezione di facile ascolto, orecchiabile e ballabile su una base gospel) è dirompente. E crea un genere unico, immediatamente riconoscibile, ben diverso dal soul che viene dal Sud degli Usa, in particolare da Memphis, dove un’altra etichetta, la Stax, dal 1957 fa lo stesso percorso di affermazione della black music ma con artisti e repertori più impegnativi (Otis Redding, Wilson Pickett, Rufus Thomas, Booker T.). La Stax tenta di costruire un sound si contrapponga a quello della Sun, storica etichetta del rock ‘n’ roll, che ha lanciato Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison, Johnny Cash. Il 12 dicembre 1959 Berry Gordy comincia l’avventura che avrebbe mescolato i due stili, il soul e il rock’n’ roll, creando l’inconfondibile «Motown Sound». Un risultato che andrà oltre le intenzioni dello stesso creatore, diventando simbolo di affermazione e, successivamente, di integrazione razziale. Lo slogan «The Sound of Young America» a metà degli anni Sessanta è già diventato qualcosa di reale, e il sound Motown supera i confini di razza fin lì mantenuti dagli altri stili.
Il 45 del primo successo, «Shop Around»IL PRIMO HIT – Dopo aver tentato la fortuna come pugile, Barry Gordy, appassionato di musica jazz e blues, apre un negozio di dischi a Detroit. Ma deve chiudere presto. Scrive una canzone con la sorella, che diventa nel 1957 il primo successo di Jackie Wilson, «Reet Petite». Si convince che quella è la strada, ma stando al comando, quando raffronta i sui guadagni su quel successo e quelli della Decca. Così si fa prestare 700 dollari dal padre e fonda la sua etichetta. Il nome all’inizio è Tamla Records, che un anno dopo diventa Motown , acronimo di «motor town», ovvero la definizione più nota di Detroit, sede dei colossi dell’auto Usa. Con lui ha un amico d’infanzia William «Smokey» Robinson, interprete e autore di alcuni dei più grandi successi Motown, a partire dal primo hit, «Shop Around», del 1960. Di lì in avanti comincia una storia di successi e di cadute, di espansione e di difficoltà , di trionfi e di cambiamenti necesari a rilanciare marchio e artisti. Il sound Motown s’impone negli anni Sessanta, grazie alla ricetta musicale di Gordy interpretata da un gruppo di autori affiatati e da una base di musicisti che lavora per più interpreti, dando un’impronta musicale comune e riconoscibile.
AUTORI E INTERPRETI – Un modello che entra in crisi nei Settanta, quando Gordy lascia Detroit diventata ribollente di tensioni, per trasferire la sede a Los Angeles. Ma ma poi si adegua a stili e a temi diversi, imponendo nuovi artisti (Commodores, Lionel Richie) o seguendo le nuove strade di quelli che già avevano un loro pubblico. Barry Gordy nell’88 vende tutte le sue partecipazioni in Motown alla Mca (poi l’etichetta passa alla Polygram). Ma rimane, nel bene e nel male, l’uomo che determina stili e tendenze, perché chi ne prende il posto cerca di applicare la sua ricetta adattandola ai tempi. Ora la Motwon fa parte del gruppo Universal, Gordy nel 2009 compie 80 anni e dal 1990 è ovviamente nella Hall of Fame. S’è concesso il lusso di produrre anche nel cinema sulla (tra gli altri «Lady Sings The Blues» sulla vita di Billie Holiday e «Mahogany» con Diana Ross), ha tre matrimoni e sette figli alle spalle. Ma la sua famiglia è soprattutto quella che viene celebrata ora nel mezzo secolo di storia della Motown che ha dato spunto anche a film come «Dreamgirls». E soprattutto,ha divertito e incantato mezzo mondo con canzoni diventate ormai dei classici, fino a collezionare più di 100 «numeri uno» nelle classifiche Usa. Qualche esempio? «My Girl» (Temptations), «Stop! In the Name of Love» e «Baby Love» (Diana Ross & The Supremes), «For Once in My Life» Stevie Wonder, « I want You back» (Jackson Five), «How Sweet It Is to Be Loved by You» e «I Heard It Through the Grapevine»(Marvin Gaye), «Dancing in the Streets» (Martha Reeves). Successi che, periodicamente, tornano alla ribalta, reinterpretati, ristampati, rimasterizzati. E che ormai fanno parte della storia della musica e del costume.
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Una compilation tale quale quella che radio montecarlo pubblicizza: New Soul, mi pare si intitoli. Curata da loro, motivo in più per evitarla come la peste bubbonica.
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davvero e’ uguale?io ho comperato il triplo originale ed e’ stupendo,masterizzato per amici gia’ almeno dieci volte……..RMC?Non la sento piu’ dai tempi di AWANAGANA e ti ho detto tutto:-)
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Uguale? Scherzi? Anzi scherzavo io, c’è la Whinehouse, Duffy e altri nuovi, nulla a che vedere con la Motown.
Pur non disprezzando ne la Amy ne Duffy, si tratta del solito contenitore per raschiare il barile discografico che, farà felici solo i commercialisti in fregola.
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diciamo quindi che è una SCOMPILATION o UNA FUCKLIST………
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