Grande entusiasmo al Forum di Assago, alle porte di Milano, per la prima delle tre date italiane dei Green Day. Il trio californiano, «raddoppiato» per l’occasione da altri tre musicisti, ha portato sul palco un armamentario di trovate sceniche da fare invidia a band ben più inclini all’uso e all’abuso di effetti speciali.
La vera notizia è questa: ormai non ha più senso parlare di Billie Joe e compagni come di un gruppo punk. I tempi in cui calpestavano le assi sconnesse dei locali della Bay Area sono lontani anni luce da quel che si è visto a Milano. Tra fuochi d’artificio, citazioni a 360 gradi (dai Beatles ai Guns N’Roses, da Ben E. King agli AC/DC), magliette sparate nel pubblico con apposito cannone e ragazzi invitati sul palco a cantare, i Green Day hanno messo in scena uno spettacolo per il quale la definizione più appropriata è «divertente».
Poi certo, c’è anche la musica: melodie suonate a trecento all’ora e un cantante con un cuore grande così, perché Billie Joe sarà anche un simpatico cazzaro ma quando lo vedi là in alto ti dà l’idea di mettere tutto sé stesso in quello che fa. Scaletta per tutti i gusti, con gli ultimi due album a fare la parte del leone ma anche classici irrinunciabili come Basket Case, When I Come Around, Minority e l’immancabile Good Riddance, posta in chiusura ed eseguita per sola voce e chitarra. Molti dei presenti hanno veramente avuto «the time of their life» ma per favore: non chiamiamoli più punk. Si replica stasera a Bologna e domani a Torino.
di Maurizio Zoja
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