Pere Ubu
Voto:Â
Casa discografica: Cooking Vinyl
Anno: 2009
Alla soglia dei sessant’anni, dopo una vita di musica e visioni, David Thomas fa la cosa più logica per uno che quasi 40 anni fa scelse di chiamare la sua band Pere Ubu; prende la più famosa commedia della serie di Jarry, l’Ubu Roi, e la sceneggia in teatro e radio, distillandone la colonna sonora in quest’album.
Un giorno Thomas ci spiegherà magari perchè questa lunga attesa; per una questione fisica, azzardo io, per essere un credibile Ubu il nostro DT ha atteso di diventare vecchio e malmesso, e di perdere del tutto l’aura di bizzarra canaglia rock. Comunque sia, grazie e benvenuto: Jarry è un benefico antidoto alla follia dei nostri tempi, con le sue assurdità e gli scarti ambigui, con la saggezza paradossale che cola da quel grasso fantoccio a cui Thomas presta la sua perfetta voce di sempre, un petulante squittìo a cui, dopo il risonante incipit (“MERDRE!”), si aggiungono sconnessi borbottii e rumori corporali, spesso e di preferenza rutti.
Nella sua presentazione alla prima di Ubu Roi (Parigi, 1896), Jarry accennava a una musica di “pianoforti e piatti da dietro le quinte”, non potendo contare su un’orchestra. Thomas prende altra via, con fumosi gorgoglii di rock band che si guarda bene dal suonare rock (Mehlam, Moliné e quegli amici recenti) e sconnessi segnali di vecchi synth, Theremin e generica “electronica” sua, di Robert Wheeler e del tecnico di fiducia, Gagarin. Ci sono voluti mesi a comporre il mosaico, e Keith Moliné ha un tono tra l’ammirato e lo spaventato quando ricorda Thomas chiuso nella tana domestica a dare corpo ai fantasmi suoi e di Jarry, “nella sala di casa, con il telefono staccato, in mezzo a due cerchi concentrici di Mac vecchi almeno di vent’anni. Quando ha cominciato a mandarmi i primi pezzi, mi ha detto che li aveva scritti il signor Ubu.”
Sarah Jane Morris interpreta Mère Ubu e, peccato, non mi convince; quell’arpia avrebbe meritato una voce più fastidiosa e inquietante. E poi avrei voluto un Ubu-libretto per seguire meglio i pensieri di Thomas e fare gli opportuni paragoni con l’originale. Comunque la compagnia ha già messo in scena la pièce più di una volta e spero la porterà anche dalle nostre parti. Lo spettacolo si chiama Bring Me The Dead Of Ubu Roi, con un intonato mix di Jarry e Peckinpah; gesti, parole, danze, e i filmati su grande schermo dei Brothers Quay.
Riccardo Bertoncelli
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