Dopo la musica in Canada ecco un reportage su Lennon e Yoko con filmati super  ed immagini deliziose.
Yoko Ono, il “bed in†e la pace. 40 anni dopo
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Yoko Ono non è esattametnte miss simpatia. Ma conta poco il fatto che sia rimasta cordialmente antipatica com’era tanti anni fa. Perchè lei è la depositaria dell’eredità di Lennon. Perchè lei, con John, ha fatto davvero delle cose straordinarie. E tra queste c’è il “bed inâ€, ovvero il modo in cui John e Yoko decisero di spendere la loro luna di miele 40 anni fa, parlando al mondo di pace.
Facciamo un passo indietro e ricostruiamo tutta la storia dall’inizio. Ovvero da quando il 20 marzo del 1969 John e Yoko si sposarono a Gibilterra. La decisione di sposarsi fu presa in fretta, il 14 marzo, due giorni dopo il matrimonio di Paul con Linda. John voleva sposarsi in mare, andò quindi a Southampton, prese un battello ma scoprì che non era possibile. Allora provò a dirigersi verso Parigi e provò ad entrare in Francia via mare, ma i due non avevano passaporti e soprattutto nessuno li avrebbe sposati con così poco preavviso. Fu Peter Brown a suggerire alla coppia che avrebbe potuto sposarsi a Gibilterra, dove sarebbe stato tutto più semplice perchè John era cittadino inglese. E così fu. Il 20 marzo John e Yoko volarono a Gibilterra. La cerimonia durò una decina di minuti in tutto, e meno di un ora dopo i due erano già andati via.
Come ogni coppia sposata che si rispetti il desiderio di entrambi era di andare in luna di miele. Ma essendo John e Yoko non poteva essere una luna di miele come tutte le altre. “No, decidemmo che visto che potevamo, avremmo speso la nostra luna di miele promuovendo la pace nel mondoâ€, dice Yoko Ono, “e decidemmo di farlo con una forma di protesta diversa, una sorta di happening, qualcosa che fosse in se pacifico. Non un sit in, ma un “bed inâ€, ovvero rimanere a letto per una settimana a parlare di paceâ€. Il primo bed in si svolse ad Amsterdam, all’Hotel Hilton, nella stanza 702, dove ricevevano i giornalisti dalle 10 del mattino alle 10 di sera. Alla fine della settimana andarono per un giorno e Vienna e poi, il primo aprile, tornarono a Londra, dove si presentarono ufficialmente alla stampa inglese come marito e moglie.
Nel mese di aprile la loro campagna per la pace continuò, con l’invio a tutti i capi di stato del mondo di ghiande accompagnate da una lettera che li invitava a piantarle per far crescere in ogni nazione un “albero della paceâ€. Nello stesso mese John cambiò ufficialmente il suo cognome in Ono Lennon, firmando l’atto sul tetto degli uffici della Apple Records a Londra.
Nei giorni seguenti John scrisse rapidamente una nuova canzone, in cui raccontava esattamente tutti questi avvenimenti. Chiamò Paul per inciderla e i due lo fecero il 14 aprile negli studi di Abbey Road. Il brano era “The ballad of John e Yokoâ€.
Arrivò dunque il mese di maggio. L’esperienza del “bed in†di Amsterdam era stata fantastica per John e Yoko e i due decisero che era giusto organizzarne un altro, questa volta a New York, ma le autorità americane, il 24 maggio, rifiutarono il visto a Lennon a causa di una sua precedente condanna per possesso di marijuana. I due, allora, si diressero verso Toronto, dove arrivarono il 25 maggio, e dove furono interrogati per oltre due ore dalla polizia di frontiera che voleva capire quale tipo di iniziativa sovversiva avessero in mente. Lennon e Ono, ottenuto un visto per dieci giorni, decisero allora di andare a Montréal, iniziando il loro “bed in†nella stanza 1742 del Fairmont Queen Elizabeth Hotel. Al loro arrivo, il 26 maggio, un buon numero di fans li aspettò all’aeroporto e molti altri si accamparono davanti alle porte dell’albergo, dove i due rimasero per una settimana. Durante la settimana del “bed in†furono in molti a intervistare i due artisti, tutte le principali testate giornalistiche e televisive americane diedero ampio risalto all’evento, e molte personalità vennero a far visita ai due, da Timothy Leary a Petula Clark, dal disegnatore Al Capp (quello di Lil’ Abner) a rabbino di Montréal Abraham Feinberg. “Ho dei ricordi molto belli, molto intimi di quei giorniâ€, dice ancora Yoko. “Era la nostra luna di miele, ci eravamo sposati da poco. Ricordo, ad esempio, che c’era una luna bellissima e quando tutti andavano via io e John restavamo a lungo a guardare il cielo. Ma era anche una manifestazione politica, una forte dichiarazione contro la guerra.E per noi era importante anche il gesto artistico, era importante il modo in cui lanciavamo il messaggio, il modo più pacifico di tutti, stando in un letto, mettendo in scena soltanto l’amore. E il clima attorno a noi era davvero fantasticoâ€.
Che il clima fosse fantastico lo dimostra anche la registrazione di una delle canzoni simbolo degli anni Sessanta e dell’intero repertorio di Lennon, l’inno pacifista per eccellenza, “Give peace a chanceâ€, registrata nella stanza 1742 del Queen Elizabeth Hotel.
Yoko Ono è a Montréal per celebrare i 40 anni del “bed in†e inaugurare una mostra intitolata “Imagine Peaceâ€, che presenta memorabilia (la chitarra con la quale è stata registrata “Give peace a chanceâ€, alcune delle “ghiande della paceâ€, il testo manoscritto della canzone, il pianoforte bianco con il quale è stato registrato “Imagineâ€) molte foto inedite, e alcune opere di Yoko, mostra che sarà aperta da oggi fino a giugno al Museum of Fine Arts di Montréal, e della quale vi mostriamo alcune immagini.
Nella stanza 1742 poco o nulla è rimasto com’era. Però l’aria che si respira è volutamente quella del “bed inâ€. Innanzitutto la suite porta il nome di John e Yoko. Alle pareti della stanza sono appese foto di quei giorni, articoli di giornale, copie di “Give peace a chanceâ€. Il letto ha due grandi cuscini con su scritto, “pace†e “amoreâ€, insomma il Queen Elizabeth Hotel cerca di mantenere vivo il mito e la leggenda di quella storica settimana. Joanne Papineau, direttrice delle pubbliche relazioni dell’hotel, ci mostra il registro della security di quei giorni, con le segnalazioni degli altri clienti infastiditi dalla costante presenza di “hippies†al diciassettesimo piano, o con le richieste di Lennon e Yoko per i giorni della registrazione della canzone nella stanza. E poi ci racconta di Tony Hall, un “lift boyâ€, dell’albergo, che nei primi giorni del “bed in†era in ogni momento possibile nella stanza dei due, a parlare con Lennon. Al terzo giorno il responsabile dell’albergo lo chiamò, dicendogli che non poteva continuare in quel modo e che doveva tornare a lavorare. Tony andò da Lennon dicendogli che non poteva più venire a parlare con lui e Lennon gli disse che un lavoro glielo avrebbe dato lui. E così fu, il ragazzo dell’ascensore alla fine della settimana partì con Lennon e Yoko.
Yoko pensa che il messaggio lanciato quaranta anni fa sia ancora attuale: “Non siamo qui per celebrare qualcosa che è avvenuto, ma per continuare a mandare in giro lo stesso messaggio, perché è ancora il tempo dell’azione e l’azione da fare è quella di portare la pace nel mondo. Ci sono molti modi per farlo, ognuno di noi può contribuire a fare in modo che il mondo che sia più pacifico. Innanzitutto immaginando la pace, pensando alla pace tutti i giorni. Immaginare crea la realtà , quando lo fa intensamente crei la pace, se tutti lo facessero davvero tutti i giorni il mondo sarebbe davvero più pacificoâ€.
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In quel periodo i Quattro si vedevano poco e comunque non andavano d’accordissimo… la ballata di J e Y è uno dei pochi casi dell’epoca dove c’è stata un po’ di collaborazione anche se i vari “testi sacri” del diario di Abbey Road e di Mc. Donald riportano che il pezzo è stato fatto di corsa e suonato dai soli John e Paul, pare che John sentisse una forte “urgenza” di registrare immediatamene…
All we are saying is give peace a chance
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Si verissimo Rob,peccato che i link attivi sui video non diano la possbilita’ di vedere le clip dal tubo……accesso negato e mi scuso con tutti ma non dipende da me sigh!rock on anzi meglio keep on rocking:-)))bye bye
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opssssssssss… siccome sono pezzi che conosco piuttosto bene non ho provato a fare click sui video!!
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Non ci sono problemi ,”basta” il pensiero:-))Indimenticabili!ciao Rob e buon weekend,anche in musica ovviamente:-)
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