da delrock.it
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Missiles
The Dears
Voto:Â
Casa discografica: Dangerbird Records
Anno: 2008
I Dears, canadesi, capitanati da Murray Lightburn sono giunti al quarto lavoro. Chi li dava per morti già al secondo discoNo Cities Left del 2003 (troppe reminiscenze smithsiane o simil-blur: il mood vocale di Lightburn ricorda Damon Albarn), chi ne tesseva le lodi e li giudicava alfieri del pop nobile, quello d’autore, tanto decantato in questi ultimi anni di musica. La band di Montreal, nota per una certa “fluidità ” interna, oggi si presenta in formato ultra-ridotto con il band leader e la tastierista e co-vocalist Natalia Yanchak.Â
Missiles è un progetto ambizioso in chiave blues, almeno così fa trapelare il suo autore. Il blues si tira sempre in ballo, a volte a sproposito, ma diciamo che è un’attitudine fumosa e un po’ cupa che i Dears hanno piacevolmente interpretato nelle undici canzoni. Il risultato è più che buono. Così come gli Hold Steadyrimandano in una chiave personale a un E-Street band sound, i Dears di oggi sono una specie di bigino rivisitato dei Radiohead di Ok Computer, più tocchi pop noir e anche raffinatezze jazzistiche (la notevole apertura Disclaimer) . Dream Job è un esempio di lento perfetto, molte altre canzoni (Money Babies, Berlin Heart, tantissimo la title-track che è un ricordo un po’ sbiadito di un’epica alla Exit Music) sono un rimando esplicito e fedele alla poetica di Thom Yorke e soci. Ma ci sono anche colpi più originali come lo stupendo finale-litania soul intitolato Saviour. Si potrebbe tranquillamente scrivere: bel disco derivativo, termine abusato e, credo, odioso ai più. Facciamo finta di non averlo scritto perché sarebbe troppo ingiusto.Missiles ha di certo una sua anima.
Ps: La Yanchak dal suo blog: “In una recente intervista, Morrissey ha detto che il suo nuovo album ‘Non piacerà ai giornalisti, ma alla gente comune sì.’ E credo sia lo stesso per il nostro nuovo disco. Anche se speriamo piaccia anche ai giornalisti”.Â
Lorenzo Barbieri
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