Merchandise is a band fighting against the easy categorization reserved for abbreviated biographies. The project is equal parts punk misanthropy, maudlin balladeering, fine art, low humor, classical study, psychedelic spacecasing, mad science and pop genius.
Formed as a trio in Tampa, Florida in 2008, the band has undergone ceaseless revision and reinvention. After putting out numerous records and tapes on independent punk labels and touring the underground, the band truly hit its stride with the release of their second LP Children of Desire in April 2012. In addition to a very warm reception from fans, the record received praise from the likes of Pitchfork, NME, Spin, and numerous other critics and journals.
2013 saw the band releasing Totale Nite on Iowa City’s Night People label and touring extensively throughout America and Europe.
Merchandise’s first album for 4AD, After The End, will be released on 25th August 2014.
Artist: Merchandise
Album: After The End
Released: 2014
Style: Indie Pop
Tracklist:
01 – Corridor
02 – Enemy
03 – True Monument
04 – Green Lady
05 – Life Outside The Mirror
06 – Telephone
07 – Little Killer
08 – Looking Glass Waltz
09 – After The End
10 – Exile And Ego
ECCO INDIE-ROCK.IT
“La band entra nella sua nuova vita con un monumentale album incastonato fuori dallo spazio e dal tempo”
di Ugo Olivo
il giudizio: 9/10
Genere: pop-rock, new wave.
Protagonisti: Carson Cox (voce, chitarra acustica), David Vassalotti (chitarra), Patrick Brady (basso), Elsner Niño (batteria, percussioni), Chris Horn (tastiere, chitarra).
Segni particolari: quarto album per la band di Tampa considerando anche l’esordio solo vinile ‘(Strange Songs) In The Dark’ seguito dalla clamorosa accoppiata ‘Children Of Desire’ e ‘Totale Nite’ che negli ultimi due anni li ha fatti conoscere al grande pubblico della musica indipendente. In mezzo tanti demo, EP, release su cassetta e 7″ che dimostrano l’enorme prolificità del gruppo. Dopo aver firmato per la 4AD, viene mantenuto l’approccio Do It Yourself anche per questo ultimo lavoro, registrato e prodotto in 6 mesi dai Merchandise nella casa che condividono in Florida, con la collaborazione (pur fondamentale) di Gareth Jones (Depeche Mode, Interpol, Grizzly Bear) in fase di mixaggio.
Ingredienti: ‘Totale Nite’ ha rappresentato la fine della band così come la conoscevamo – quella del (post)punk prima e delle infinite jam psych-krautrock dopo – e fin dal primo singolo ‘Little Killer’ è apparso chiaro che il sound del nuovo LP avrebbe attinto dalle cose migliori degli anni ’80 più qualcosa di inizio ’90. Sullo sfondo ci sono sempre gli Smiths, ma il mood di questo audace lavoro segue la scia di Depeche Mode, Echo & The Bunnymen, Tears For Fears e sprazzi dei primi R.E.M. a testimonianza dell’eclettismo e della svolta new wave che Cox e compagni hanno intrapreso. Non più drum machine ma un batterista vero e proprio, synth, elettronica soft ed una produzione lussuosa sono le principali novità musicali di un album che la stesso gruppo ha più volte definito formal pop, qualsiasi cosa voglia dire.
Densità di qualità: punk in senso stretto non lo sono davvero mai stati ma l’attitudine è chiaramente di suonare più accessibili mantenendo lo spirito di sempre. L’album è in gran parte pervaso da toni cupi e meditativi, c’è meno fervore e più riflessività che in passato privilegiando le atmosfere ai facili ritornelli, che pure ci sono ma la già citata ‘Little Killer’ è un jangle-guitar (a 12 corde) sì immediato ma con un retrogusto intellettuale che la rende irresistibile. I Merchandise sono più sciolti e in confidenza di prima, si divertono e vogliono far divertire se non addirittura ballare in ‘Telephone’, dove una linea di basso micidiale regge un’allegra ballata a metà tra Caraibi e Talking Heads mentre ‘Enemy’ è puro guitar-pop da discoteca, un perfetto bilanciamento tra nuove aspirazioni e la spigolosità Smithsoniana delle prime cose. Gran parte del merito va ad un Vassalotti più presente nella scrittura, eclettico padrone di una chitarra che non suona mai uguale a se stessa. E’ quasi come se la band si fosse liberata dal peso di dover essere la grande promessa da mantenere restando al contempo credibile durante il lento ma inesorabile processo che li ha portati fuori dalla scena indie di Tampa Bay. Tutto ciò si riversa nella performance di Carson Cox, crooner romantico e tormentato sempre al centro dell’esecuzione, la cui onnipresente voce baritonale viene esaltata al meglio dal nuovo sound del gruppo, come nella solenne ‘Life Outside The Mirror’, che assieme alla title-track rappresenta l’altra anima di questo LP, quella melodrammatica e assai ambiziosa, dove sul perno costituito una volta dall’organo una volta dal piano si muovono gli episodi più emotivi ed innovativi rispetto al background della band. Le due spinte opposte trovano la soluzione definitiva in ‘Green Lady’, forse il vertice stilistico e compositivo dell’intero disco, in cui la produzione seducente ed elegante arricchisce un brano che si muove dai Cure per creare un wall of sound che si espande a 360°, aprendo orizzonti indefinibili per quello che saranno i Merchandise da qui in avanti. La band entra nella sua nuova vita, quella della maturità e questo è il capitolo più importante della loro continua evoluzione; ‘After The End’ è un monumentale album ideato e creato per rendere al meglio se ascoltato nella sua interezza, dove si citano gli 80’s a piene ma al tempo stesso si trascende quel decennio incastonando un quasi capolavoro al di fuori dello spazio e del tempo.
Velocità: 10 tracce in poco più di 44 minuti.
Il testo: “Patience left you in the ocean/ And reason lost you at the sea/ I’m through with begging for an approval/ Now I’m asking to be free”, da ‘Green Lady’.
La dichiarazione: Nell’ormai celebre intervista di Carson Cox all’NME, il frontman spiega così la nuova incarnazione della band: “Totale Nite è stata la fine del libro. Questo è uno completamente nuovo. E’ come se potessimo dare inizio ad una nuova band praticamente con lo stesso nome. Abbiamo già espanso la nostra realtà, ora stiamo per ricrearci come band pop, ma è ancora una realtà contorta”.
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