Tracklist:
01 – As Always
02 – Blameless
03 – Coming Down
04 – Little Moments
05 – Only Run
06 – Your Advice
07 – Beyond Illusion
08 – Impossible Request
09 – Cover Up
10 – Impossible Request (Alternate Version)
La recensione di indie-rock.it
“La band è ancora stata capace di trovare il modo di mantenere viva la propria personalità”
di Stefano Bartolotta
il giudizio: 7/10
Protagonisti: Alec Ounsworth e il batterista Sean Greenhaigh sono gli unici due membri rimasti di quello che è sempre stato il quintetto dei CYHSY e in questo disco suonano un sacco di cose. Accanto a loro ci sono Matt Wong (basso), Zachary Temorio-Miller (piano), Eric San (turntables), più una serie di ospiti tra cui Matt Berninger che duetta con Ounsowrth in ‘Coming Down’.
Segni particolari: quarto album per la band di Philadelphia, il primo con questa lineup rinnovata. Per la prima volta dopo l’acclamatissimo esordio, il disco esce autoprodotto in America, con altre etichette che invece lo hanno pubblicato nel resto del mondo.
Ingredienti: le caratteristiche che si notano subito rispetto al passato della band sono due: il cantato di Ounsworth è decisamente più pulito e il suono è molto più basato sui synth che non sulle chitarre. C’è molta varietà tra una canzone e l’altra proprio nella costruzione del suono, con l’utilizzo dei suddetti synth che non è mai uguale a se stesso per quanto riguarda sia la complessità degli arrangiamenti che l’intensità del suono stesso; anche dal punto di vista ritmico le canzoni si differenziano l’una dall’altra, sia per i tempi che per la differenza di interazioni tra apparecchiature digitali e la batteria. Il timbro vocale del leader è invece sempre sullo stesso registro, così come le melodie si mantengono sulle coordinate stilistiche abituali.
Densità di qualità: è difficile immaginare che i CYHSY possano ancora giungere ai livelli qualitativi di quando erano una tra le band più hypate del pianeta, però è bene non sottovalutare questo disco perché, accanto al punto debole che esporremo, ci sono anche alcuni aspetti indubbiamente positivi. Per prima cosa, tutta la varietà sopra citata non appare mai un esercizio di stile fine a se stesso, ma si percepisce che ogni scelta è funzionale soprattutto a far sì che non manchi mai un certo calore emotivo. Il quale non è certo andato scemando in tutti questi anni, poiché l’unione tra la voce di Ounsworth e le sue melodie, infatti, riesce ancora a emanare le vibrazioni giuste per andare a toccare la sfera emozionale dell’ascoltatore e tutta la girandola di suoni che sta attorno a queste nuove canzoni riesce sempre, senza eccezioni, a valorizzare questa forza emotiva non comune. Dicevamo del punto debole, che sta nel songwriting: da questo punto di vista, ogni canzone è troppo simile alle altre e l’impressione è che se si togliessero tutti i suoni e Ounsworth venisse in qualche modo costretto a suonare i brani solo voce e chitarra, ad esempio, sembrerebbero tutti la stessa canzone. Certamente non è un problema di poco conto, soprattutto perché rende l’ascolto integrale del disco sempre meno interessante man mano che le canzoni procedono, però questo lavoro merita comunque un giudizio positivo proprio perché la band è ancora stata capace di trovare il modo di mantenere viva la propria personalità, rinnovando il proprio stile e mantenendo saldi alcuni punti di forza che l’hanno accompagnata fin dall’inizio.
Velocità: media.
Il testo: “Never asked for an apology, you know I don’t believe in mixed emotions. I can see we can’t control the world with your voice now front and back me. I think you had me confused with the man who lost his nerve, the man who fell to earth” da ‘As Always’.
La dichiarazione: “La musica che ascolto dipende molto dal mio umore del momento. Questa mattina, ad esempio, ho ascoltato Thelonious Monk, Louis Armstrong, Dr. John e Neil Young.”. Alec a Pitchfork.
Il sito: clapyourhandssayyeah.bandcamp.com
E’ abbastanza raro che band di nome rendano disponibile tutta la propria discografia in streaming su Bandcamp, ma in questo caso i CYHSY l’anno fatto.
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