James Blake – Overgrown
L’universo sonoro di James Blake è soltanto suo. Il che, in quest’era di cloni, eterni revival e poca inventiva, già potrebbe bastare. Ma va aggiunto che è un autore eccellente e un ottimo e personale performer. Il disco, fatto di canzoni elettroniche, se così si può dire, è semplicemente bellissimo.
Kurt Vile – Wakin’ on a pretty daze
Una perfetta colonna sonora per un pomeriggio di riflessione. Settanta minuti senza grandi pause o picchi, un album omogeneo tra rock, canzone e psichedelia, offerti da uno dei migliori artisti americani di questi anni.
These new puritans – Fields of reeds
Art rock si dovrebbe dire, se non fosse che del rock comunemente inteso qui qasi non c’è più traccia. Gli inglesi These new puritans arrivano al terzo album con una serie di brani di rara intensità creativa e formale. Orchestra, elettronica, chitarre, fiati, strutture sonore che nascono e muoiono nel tempo di una canzone. Nulla di previsto e di prevedibile.
The National – Trouble will find me
Sono diventati delle superstar, hanno raccolto grande pubblico anche nel loro recente tour italiano, hanno uno stile fortemente caratterizzato dal recupero di certe atmosfere dark degli anni Ottanta, rilette con sufficiente poesia e grande modernità. Sesto album per la band, con i cameo di Sufjan Stevens e St. Vincent.
Daft Punk – Random Access Memories
Un album praticamente perfetto, in cui le idee e la forma sono tutt’uno. Dance, elettronica, citazioni progressive, qualche barlume rock, la disco, il funk, la canzone, mescolati in un album che, soprattutto per la spinta fenomenale di “Get Lucky” ha portato i Daft Punk alla gloria planetaria. Divertentissimo.
Arctic Monkeys – AM
Amate il rock? Bene, questo è il migliore disco “rock” dell’anno. C’è tutto quello che ci dovrebbe essere in un disco rock del 2013 e forse anche qualcosa in più.
John Grant – Pale Green Ghosts
Di certo John Grant non aveva intenzione di divertire il suo pubblico. Pale green ghosts, a partire dal titolo, ha una certa tristezza di fondo che ad alcuni potrà dar fastidio. Ma è talmente denso e ben scritto, oltre che ben cantato, da non dar mai noia o angoscia.
Jonathan Wilson – Fanfare
Jonathan Wilson è bravo, sempre più bravo, e questo Fanfare in una ipotetica classifica dell’anno meriterebbe il podio. Perché è un album rock senza tempo, come lo sono solo gli album che hanno una qualità superiore. C’è la psichedelia, ma mai citata come elemento “vintage”, c’è la canzone, c’è il folk, c’è altro. E ad ogni ascolto il disco migliora. Ne riparliamo tra un anno.
David Bowie – The Next Day
Chi se lo aspettava un disco di Bowie? E chi se lo aspettava un disco di Bowie così bello? Dall’inizio alla fine c’è il miglior Bowie, con tutta la sua poesia, la sua ambiguità, il suo saper giocare con le melodie e con il bianco e nero, nel quale appare e scompare a piacimento. Magnifico esempio di maturità artistica.
Laura Mvula – Sing to the Moon
Inglese, di Birmingham, cantautrice al suo esordio, Laura Mvula è una delle più belle rivelazioni del 2013. Mi piace molto la definizione della sua musica che ha dato il Guardian, “gospeldelia”, serve bene a incuriosire all’ascolto di questo bellissimo lavoro.
Mavis Staples – One True Vine
Considerando che ha iniziato la sua carriera negli anni Cinquanta, che ha già conosciuto ogni forma di successo da sola e con gli Staple Singers, Mavis Staples oggi si può permettere di tutto. Anche di realizzare un disco in completa libertà, tra folk e soul, con la produzione di Jeff Tweedy dei Wilco.
Arcade Fire – Reflektor
Se già erano interessanti e originali prima, con questo Reflektor gli Arcade Fire lo sono ancora di più. Perché invece di riposare sugli allori del successo ottenuto, vanno oltre la loro pomposa sontuosità, e cercano di mettere in gioco anche un po’ di dance e allegria. Il risultato è certamente interessante.
Savages – Silence Yourself
Forti, taglienti, rock quanto basta, ma intelligenti per dare soddisfazione anche ai palati più raffinati. L’esordio dei Savages è uno dei migliori del 2013, una bella promessa che sarà interessante vedere se sarà mantenuta.
Palma Violets – 180
Il disco è ottimo, dal vivo sono anche meglio. Punk, new wave e garage rock, ma con una sensibilità da secondo millennio, nessuna nostalgia per il bel tempo che fu, e una grinta assolutamente invidiabile.
Vampire Weekend – Modern Vampire of the city
Il nuovo lavoro dei Vampire Weekend è il più completo e meglio riuscito della loro carriera. Ritmi intricati, grandi armonie vocali, canzoni cantabili e soluzioni sorprendenti. Difficile chiedere di meglio a questi newyorkesi che mescolano africa, rock, canzone e arte.
Paul McCartney – New
Beh, forse il titolo è esagerato, perché nonostante le molte novità di questo lavoro, l’aggettivo nuovo non gli si addice molto. Ma è, senza dubbio, il miglioro disco di McCartney dai tempi della sua prima collaborazione con Elvis Costello. Grandi canzoni, grandi ricordi, grande musica, non magnifico ma bello.
Ry Cooder – Live in San Francisco
Ry Cooder non si discute, si ama. E ascoltarlo dal vivo è un’esperienza fantastica. Un buon surrogato è questo album, che non dovrebbe essere in questa lista perché registrato molto prima. Ma è un gran album, Cooder e la sua musica, tex mex, al meglio, con i Corridos Famosos, Flaco Jimenez e Terry Evans.
Atoms for peace – Amok
Non chiamatelo supergruppo, perché in realtà non lo è, nonostante le personalità coinvolte, Thom Yorke, Flea, Nigel Goodrich, Mauro Refosco e Joey Waronker . E’ un esperimento di nuova musica, che ha grande parentela con i suoni dei Radiohead, per forza di cose, ma è decisamente più “danzabile” e meno omogeneo, molto “afrobeat”.
Editors – The weight of your love
Forse sarò l’unico al mondo a inserirlo nella lista dei dischi migliori dell’anno, ma francamente non mi interessa. The weight of your love è un ottimo album, un disco in cui gli Editors dimostrano di saper uscire dal cliché senza rinunciare alla qualità. Malinconico e appassionato.
Elenco fatto da Assante di Mediatrek Repubblica.it che condivido,altri ne ho tolti.
MANCANO BILL CALLAHAN,PEARL JAM, BIRDY,LORDE E ELTON JOHN , SUL RESTO CONVENGO MA SICURAMENTE DIMENTICO QUALCOSA.
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