Una attesa lunga 13 anni, quella della pace tra Ghigo Renzulli e Piero Pelu’ e della tanto agognata reunion con i membri storici della band fiorentina. Risultato? Trilogia del potere live 1983-1989…
Qualcuno dirà che la cosa migliore che potessero fare i Litfiba dopo la reunion non era di certo un disco di proprie cover. Ben detto ma questo è da considerarsi a buon diritto il primo caso in cui tal manovra ha un senso!
Per dirla tutta il buon vecchio Piero e la sua dama Ghigo Renzulli, un’altra mossa l’avevano già giocata, sfornando a primo colpo, dopo il warm-up di Stato libero di Litfiba, “Grande nazione”, disco passabile, che con buone probabilità, inserito tra Sogno ribelle e Terremoto, in quella prima parte dei ’90, avrebbe avuto un esiguo posticino nella discografia della band. Inoltre la coppia d’oro del rock italiano aveva in mente ben altro che la Trilogia del potere. Una trilogia però ci sarebbe stata, e chissà se non ci sarà, il tema? Lo stato! Più che mai attuali, ma in fondo Loro hanno sempre dimostrato di essere al passo coi tempi, se non in anticipo…come quando da quella cantina in via de’ Bardi venivano fuori sonorità tanto sconosciute al mondo della musica italiana. Ma la storia dei Litfiba ha indubbiamente un sapore particolare. Qui siamo in Italia, il paese dei 50 anni di Pooh, dei 60 di Pippo Baudo, dei 20 di Berlusconi, dell’infinito bisogno di vivere di ricordi e di rimpianti. La loro rottura ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei fans e nella storia della musica italiana, e per quanto Elettromacumba ed Insidia non fossero due cattivi album (Essere o sembrare non lo calcoliamo per niente) e la carriera di Piero dignitosa, seppur scaduta in un pop dalla matrice “peluiana”, l’Italia cresciuta col mito dei Litfiba si è spietatamente smarrita sotto gli occhi dei loro Idoli. Che Piero e Ghigo abbiano altruisticamente colto l’anima di questo sentimento comune, che tutti e 4 abbiano avvertito il bisogno personale di condividere ancora insieme certe emozioni, o che semplicemente abbiano pensato di tornare a gustarsi appassionatamente il sapore della giovinezza, francamente poco interessa, se escludiamo dalle ipotesi la sleale strategia di marketing. Vogliamo credere alla loro buonafede perché se dei sentimenti ce l’hanno, si saranno RI-emozionati anche loro nel RI-trovarsi sul palco a suonare pezzi che hanno segnato un’epoca, solcando 4 generazioni. Ed eccoli qui, 30 anni più tardi, quei giovanotti che provocatoriamente spezzavano la quiete di un casalingo programma pomeridiano di Maria Teresa Ruta, sono proprio loro, e l’emozione si sente, come se si sente. TRILOGIA DEL POTERE LIVE 1983-1989 è un treno che sfreccia veloce sui binari di una stazione affollata, è un viaggio spirituale sotto il cielo alle porte d’oriente, è un esplosivo e violento volo nell’abisso, dritto al cuore del passato con la consapevolezza del presente, è la perfetta immagine evoluta e moderna che i Litfiba potessero dare di loro a chi a lungo li ha attesi e a chi li seguirà da ora. Eroi nel vento è esplosiva, turbinosa, apre la strada ai primi 4 pezzi tratti da Desaparecido tagliati da qualche assalto alla psichedelia degli anni ’80: Transea prima, Guerra e la seducente Versante est poi. Tziganata aggredisce, la nuova versione di La preda è puro hard rock, Istambul chiude il capitolo “Le origini”, poi spazio a 17 Re. Apapaia, Pierrot e la luna, Ballata, poi altra incursione nel periodo pre-Desaparecido, da quel celebre Yassassin del 1984 una chicca per intenditori: Elettrica danza, storia di un amore maledetto a Paris. Seguono Re del silenzio, Gira nel mio cerchio, Cane e Ferito, poi strada aperta a Litfiba 3 e Pirata. Louisiana e Il vento, eteree, preparano all’impatto con Santiago, Ci sei solo tu e Corri, poi ancora Amigo e Resta. Tex, forse il pezzo più fuori contesto in un disco che si divide tra radici new wave e post-punk, chiude un live che pur lasciando immacolata la matrice originale, ha vestito il suono di una pienezza hard rock figlia, probabilmente, della tetralogia degli elementi. Gianni Maroccolo domina l’intero disco, Aiazzi decora e rifinisce ogni passaggio, Ghigo fa Ghigo e Piero è il commediante, Luca Martelli, new entry, è il motore turbo di una macchina perfetta.. Gli arrangiamenti e il sound del live all’Alcatraz sono la sintesi riuscita di elementi originali, inconfondibile marchio sonoro Litfiba e maturità, che rendono un disco di hits, un album di inediti. Un disco che non fa riflettere, ma fa vivere…ed ora?
Il pubblico aspetta, e intanto si gode un grande classico, il solo motivo per cui questo doppio album ha un senso. Peccato che nella top 24 della Trilogia manca una delle canzoni più significative di quegli anni ’80…Paname.
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