Brian Eno ha rilasciato un’intervista in esclusiva per Panorama in cui tra i vari argomenti trattati analizza il momento degli U2, con cui ha scritto pagine memorabili negli anni 80 e 90.
Ecco i passaggi principali:
Dall’astratto al concreto: come si concilia il suo istinto alla sperimentazione con le esigenze di marchi globali come U2 e Coldplay? Al mass market non piacciono i cambiamenti radicali.
E a me non piace fare il produttore che asseconda i gruppi che vogliono replicare se stessi. Non lavoro per fare felice il fan club, io spingo tutti verso il cambiamento e le strade inesplorate, ma li avverto: osare può anche voler dire perdere una fetta di pubblico. E questo, mi rendo conto, è esattamente quello che un gruppo come gli U2 vorrebbe evitare. Perché l’istinto di un artista come Bono è fare salire tutti a bordo della sua nave. Anche il quindicenne che ascolta solo musica dance. Comunque, una mediazione fra il mio approccio e il mercato è possibile. Lo dicono le carriere delle due band che lei ha citato.
Potete leggere l’intero articolo a firma di Gianni Poglio sul sito di Panorama oppure su u2italia.com
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