Dentro e fuori
Estate. Paradisi tropicali? No. La placidità del luogo dove vi trovate, dove avete i vostri affetti. Dove ci siete voi e solo voi. E poco importa del resto. Con le giornate, quelle terse e asciutte, non afose o caldissime. Stare fuori, all’ombra. Ben sdraiati, con la vostra limonata in mano, occhiali d’ordinanza e sospiri. Sceglietevi un disco. Scegliete Washed Out.
L’aria giovane, capelli e t-shirt alla moda quanto basta. Tradisce timidezza, il ragazzo, e con lui “Within And Without”. Ma non quel tepore dei sentimenti un po’ naif, bensì un modo d’essere spensierato, con poche certezze e tanta voglia di dire. Stare fuori a pancia in su e pensare a se stessi. Immaginarsi in macchina, immaginarsi in spiaggia ed essere lì. Dentro e fuori nello stesso istante.
Drink per tutti
Capita quindi che ci sia un disco in uscita. E succede anche che il botto sia nell’aria. Addio hypna. Lo spazio di due anni e tutto è già finito. In attesa delle novità annunciate da Memory Tapes e Neon Indian, mentre Toro Y Moi dagli Ottanta fa inversione di marcia, Ernest spicca il volo, va oltre. Dopo “Life Of Leisure” la strada sembrava in salita, nel senso che fare di meglio era tipo un tredici al totocalcio. Ecco quel tredici Washed Out l’ha beccato in pieno.
In breve: prima l’esordio su Mexican Summer con due Ep – insipido il primo, manifesto il secondo – poi due anni di silenzi fino a che non arriva la notizia del tappeto rosso steso per lui da Sub Pop. È luglio, è il 2011. “Within And Without” non è un aut-aut. Strada libera in direzione mare, “Eyes Be Closed” non ingrana per un semplice motivo: parte già in quarta. Le scie lunghissime odorano di shoegaze, la voce ovattata, il beat mai serrato ma sempre placido, tra tropicalismi e sospensioni celestiali in vena Gorillaz. Poi “Echoes”, elettro-pop colorato da pineta al tramonto, quando ti metti le gocce di profumo al collo ed è quasi ora di uscire.
L’acqua che si increspa e la salsedine che sale al mattino (“Amor Fati”) e Ben Allen (alla produzione con Animal Collective, Deerhunter e Gnarls Barkley) a distribuire tutti gli assi che ha nelle maniche. “Soft” palleggia sospesa, “Far Away” è la lezione di “Pick Up The Phone” dei Notwist dieci anni dopo: barlumi Morr Music, velata tristesse à-la Patrick Wolf e malinconia come se piovesse. Ci pensa l’incantevole “Before” a ributtarci sotto l’ombrellone, coi Tears For Fears a bere cedrata con noi e a dirci che sì, va bene così. E poi “You And I”, a farci capire che settembre non è distante, tra voci di sirene e tocco balearico. La mestizia della title track, che stende la sua scia stellare in una nevicata di synth e “A Dedication” chiudono le danze.
Lontano sulle onde
“Within And Without” è un et-et. È parlare semplice, è dire che non esistono solo le alternative, è far capire come nelle cose ci possa essere complementarietà e continuità. È farsi piacere il caldo e il freddo, la mamma e il papà con lo stesso grado di convinzione. A venir meno è l’immaginario anni Ottanta più caciarone e unto, il taglio è qui sofisticatissimo e delicato. La cassa ben puntata scompare, sostituita da percussioni che puntellano di volta in volta lo svolgersi delle tastiere.
“Within And Without” è guardare ciò che ci circonda con l’occhio di una Lomo. Uno sguardo ingiallito su un presente che acquista colori e vivacità. È mettersi di fronte al mare, al tramonto. Nient’altro che un’altra summer on a solitary beach.
ondarock (thanks to zago )
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