martedì 24 “sua maestà” Bob Dylan compie 70 anni… e per l’occasione il mondo della musica moderna ha già iniziato a celebrare il suo più illustre rappresentante (celebrando insieme se stessa, quel che il mondo dello show business italiano non impararerà mai!). La celeberrima rivista statunitense Rolling Stone gli ha dedicato un numero speciale (RollingStone.com/aarp.org) a cui ha collaborato anche il solito Bono, il quale ha ricordato come “in tutta la mia vita Bob Dylan è stato presente al mio fianco”: a 16 anni come una voce che gli sussurava all’orecchio l’idea che il mondo potesse essere un posto migliore, a 21 anni davanti all’incertezza della Fede (Every grain of sand), al matrimonio Dylan gli instillò il dubbio nella scelta tra amore e infedeltà, all’arrivo della prima figlia Jordan (What am I good?), negli anni Novanta un appiglio nei momenti difficili (Time out of mind) e l’11 settembre 2001, con il crollo delle newyorchesi Torri Gemelle, Dylan era sempre lì a offrirgli un conforto (Love and theft). Passati da poco i 50 anni, Bono dichiara di essersi reso conto che la realtà è spesso crudele (The times they are a-changin’) ma bisogna lottare per non rimanerne travolti. Il frontman degli U2 ha anche ricordato l’importanza socio-politica di Bob Dylan in un periodo di fermenti particolari, con idee che influenzarono diversi generi musicali anche negli anni successivi. In questo senso Bono definisce il menestrello del rock un profeta che parla al cuore, ma che con una canzone come l’epocale Like a rolling stone (1965) è stato capace di tramutare il vino in aceto, mettendo a nudo le ipocrisie della società e dei suoi vuoti valori. Il primo incontro tra Bono e Dylan è avvenuto nel backstage dello Slane Castle nel luglio 1984 per un’intervista di Bono a Bob di Hot Press e poi a Los Angeles durante il The Joshua Tree Tour degli U2 a metà novembre del 1987, Questa volta i due scrivono insieme una canzone, Prisoner of love, divenuta Love rescue me su Rattle and hum (1988): nella versione originale Dylan è la voce principale, che Bono definisce “stupefacente”, ma proprio il Menestrello del Minnesota ha chiesto di non usare questa versione! Numerose negli anni le cover che gli U2 hanno fatto delle canzoni di Dylan, tra queste ricordiamo la più nota All along the watchtower e Maggie’s farm, oltre all’immortale Knockin’ on Heaven’s door. Il legame tra Bono e Dylan è costellato di aneddoti, tra cui vent’anni fa le “50 ragioni per cui amo Bob Dylan”: “Non è morto / Dimostra la sua età / Canta come uno sciame d’api / Gli interessano i nomi che Dio ha dato agli animali / Suona la chitarra come James Joyce / Ha indossato i cappucci per primo / Ha scritto Tangled up in blue / Ha scritto Senor Senor / Non è un mercante di schiavi / Non si fa impressionare / Sa che l’ironia non è necessariamente nemica dell’anima / Blonde on blonde significava acido già un anno prima / Ha scritto due canzoni: una per lei e una per LUI / Ha mischiato Dio alle donne / Ha messo in rima rollin’ hoop (“cerchio rotolante”) con boul of soup (“ciotola di zuppa”) / Piace ad Allen Ginsberg / Ora piacerebbe a Walt Whitman / Ha scritto The ballad of Hollis Brown / Presto arriverà nella tua città / È molto gentile con me / Le sue canzoni migliori non sono state scritte negli anni Sessanta / Non vive sul filo del rasoio per noi vigliacchi! / Non è uno pseudo-religioso / Non è morto crocifisso a 33 anni / Piace a T-Bone Burnett / È ebreo / È un buon narratore / Sta cantando meglio che mai / Porta scarpe sensate / Crede che il rock’n’roll possa essere intelligente / Non è diventato stupido / Sorride come se si stesse divertendo (il più delle volte) / Ha scritto Every grain of sand / Ha entusiasmato i Beatles / Il country rock è meglio del semplice jazz rock / Roy Orbison era suo amico / È divertente / Pensa che Liam Clancy sia il più grande cantante di ballad mai esistito / Non ha giudicato male la nostra versione di All along the watchtower / Conosce più di tre accordi e la verità / Sa che certe parole sono pericolose / Sta bene con il cappello / Ha scritto Vision of Jo’anna / Ha scritto Idiot wind / Ha scritto Brownsville Girl con Sam Shepard / I suoi figli sono cresciuti bene e sanno che è per merito suo / Non è Elvis / Non è Jimi Hendrix / Non è Jim Morrison / Non è morto”
NEWSLETTER BY LORIS CANTARELLI
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