LEONARD COHEN
Live in Piazza Santa Croce, Firenze 01.09.2010
01. DANCE ME TO THE END OF LOVE
02. THE FUTURE
03. BIRD ON THE WIRE
04. EVERYBODY KNOWS
05. IN MY SECRET LIFE
06. WHO BY FIRE
07. BORN IN CHAINS
08. CHELSEA HOTEL N.2
09. WAITING FOR THE MIRACLE
10. ANTHEM
/
11. TOWER OF SONG
12. SUZANNE
13. SISTERS OF MERCY
14. THE PARTISAN
15. BOOGIE STREET
16. HALLELUJAH
17. I’M YOUR MAN
18. TAKE THIS WALTZ
/
19. FAMOUS BLUE RAINCOAT
20. IF IT BE YOUR WILL
21. FIRST WE TAKE MANHATTAN
22. I TRIED TO LEAVE YOU
Basta chiudere gli occhi per sentirlo accanto, vicino a se’. Abbassare le palpebre ed avere la sensazione che Leonard Cohen non sia sul palco a farsi ammirare dalla statua di Dante che veglia su piazza Santa Croce, ma proprio dietro il tuo orecchio, a sussurrare canzoni e a tessere poetici plausi alla sua band. Cohen, 76 anni, arriva sul palco con uno scatto.
Sin dalle prime battute di Dance me to the end of love lo strepitoso gruppo che lo accompagna e il coro delle Webb Sisters e di Sharon Robinson sono relegati sullo sfondo da una performance gigantesca per qualita’ e resa drammatica, capacita’ d’emozionare e commuovere. ‘Dance me to your beauty with a burning violin, dance me through the panic ’til I’m gathered safely in’: due strofe e siamo tutti ai suoi piedi, a pendere dalle sue labbra sino a quando l’ultima nota chiudera’ il concerto, circa due ore e quaranta minuti dopo queste primi versi. Ventidue pezzi, pochi rispetto all’abituale media di ventisei/ventotto per show, scelta obbligata dovuta al coprifuoco fiorentino e quindi scaletta concisa, tirata, senza momenti morti, con tutti i brani imperdibili eseguiti in questi tre anni di ritorno alle scene (eccetto – purtroppo – So Long, Marianne) al loro posto.
Il passato ritorna fragoroso nei nuovi arrangiamenti di gemme quali Bird on the wire, Chelsea Hotel n.2, Suzanne, Sisters of Mercy. Impossibile non sciogliersi al ‘Sincerely L.Cohen’ che chiude Famous Blue Raincoat (1971) o non essere trascinati dall’incedere di The Partisan (1970), dal contrabbasso che chiude le invocazioni di Who by fire (1974) o dal susseguirsi di assolo della rediviva I tried to leave you (1974), scelta non a caso come terminale ideale dello show.
La disillusione tutta contemporanea di Cohen da’continuamente scosse: dall’attacco tout court alla modernita’ e al progresso di The Future al sarcasmo bruciante di Everybody Knows e Waiting for the miracle, l’attualita’ dei suoi testi resta indiscutibile. A questo basta aggiungere un pizzico di doloroso intimismo (In my secret life, Born in chains) per completare il ritratto di un uomo che appare in piena beatitudine di fronte all’entusiasmo del suo pubblico e alla bravura della propria band (le introduzioni ai componenti del gruppo che recita sulle note di Anthem riescono ad essere commoventi come una delle sue migliori canzoni, regalano brividi alla platea, ma c’e’ da giurarci anche a chi lo assiste ogni notte sul palco). Intervallo e ritorno trincerato dietro una tastiera per Tower of Song, poi la chitarra a tracolla per i due classici eseguiti da Songs of Leonard Cohen. Poco dopo Boogie Street verra’ lasciata quasi interamente a Sharon Robinson prima che una trascinante Hallelujah (con la voce di Cohen a regalare un’interpretazione nervosa e estremamente personale del pezzo), I’m your man (applauditissima) e Take this waltz trasportino Santa Croce direttamente negli encore: buona parte del pubblico crede che il concerto sia terminato e si riversa sotto il palco, lasciato passare senza colpo ferire da quello che fino a qualche minuto prima si beava di essere un attentissimo servizio di sicurezza in completo grigio…
If it be your will e’ un intenso momento di raccoglimento, preghiera e invocazione che ha un ulteriore valore aggiunto nell’esecuzione di fronte alla Basilica di Santa Croce, luogo di culto e Pantheon della cultura e della storia d’Italia (alle spalle del palco, custodite dalle mura della chiesa, riposano le spoglie mortali di Dante, Macchiavelli, Michelangelo, Galileo, Foscolo, Rossini…): ‘If it be your will that I speak no more and my voice be still as it was before I will speak no more (…) Let your mercy spill on all these burning hearts in hell If it be your will to make us well And draw us near and bind us tight all your children here in their rags of light…’
L’ultimo fremito e’ per il tributo disco, ieratico e visionario di First we take Manhattan con tutto il pubblico festante (sulle sedie…) quasi a dimenticarsi d’essere da poco meno di tre ore in balia totale di questo incredibile poeta e gentleman dalla voce calda e ipnotica. I tried to leave you e’ come detto il commiato perfetto, cosi’ commovente da far cadere qualche lacrima piena d’amore e felicita’: ‘Goodnight, my darling, I hope you’re satisfied (boato…) the bed is kind of narrow, but my arms are open wide and here’s a man still working for your smile…’
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grazie buuz di avermi messo come co-autore, ma in realtà sono abusivissimo, ringrazio io l’immenso b-sixteen, è un onore averlo come amico ed è un piacere leggerlo.
Mi han detto che tra un po’ si libera un posto a Repubblica…:-)))!!!
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troppo buono generale, l’onore e’ essere a fianco di cohen nel titolo come se avessimo fatto un po’ di live anche io e te… ben in effetti tu eri davvero molto LIVEEEEEEEE !!!!!!!!!
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e comunque grazie a superbuzz senza il quale tutte queste belle cose non accadrebbero! viva buzz, viva il brc!
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…p.s. tra l’altro il piccolo testo relativo a cohen questa volta e’ praticamente in esclusiva per il brc, visto che a milano non mando piu’ nulla… una scelta di vita!
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SPLENDIDO! ADESSO LO SEGNALO AD AMICI (NON QUELLI DELLA DEFILIPPI :-)))!!!)………
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UN ONORE RAGAZZI E’ ESSERE CON TUTTI VOI E CONDIVIDERE QUELLA CHE PER NOI E’ MOLTO DI PIU’ DI UNA PASSIONE,E’ OSSIGENO SUL PENTAGRAMMA SENZA IL QUALE,ALMENO IO,NON RIUSCIREI A VIVERE,ROCK ON ALWAYS ON,FOREVER ON……….
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CERTO E ADESSO SPERIAMO DI COINVOLGERE TANTI AMICI BLOGGER CHE CONOSCIAMO………TROVO FACEBOOK TROPPO DISPERSIVO E FREDDO E CERTI BLOG AND FORUM TROPPO LENTI E LIMITATI…………CIAUZ
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leggo ora che ho anche scritto machiavelli con due c….! macchia velli, macchia nera… ecc.ecc.ecc.
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va bene lo stesso,cosi’ mi ricordi robin hood:-)
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