Harper Simon
Voto: Â CINQUE STELLE
Voto utenti: CINQUE STELLE
Casa discografica: PIAS
Anno: 2009
Ferve il dibattito sui “figli di” e il nepotismo nel mondo rock. Daniel Davies, figlio di Dave e nipote di Ray, ha sollevato la questione con il disco nuovo dei suoi degnissimi Year Long Absence ma qui Harper Simon, figlio di Paul Simon e Peggy Harper, porta l’argomento su un altro livello.
Il perchè è presto detto; Harper non si è limitato a esibire il lustro cognome ma si è fatto accompagnare da papà , che con lui ha scritto la divertente Tennessee, e ha sfruttato a fondo le “sinergie”, chiamiamole così, andando a Nashville a lavorare con sessionmen prestigiosi e un produttore da storia della musica (Bob Johnston, lo stesso di Blonde On Blonde, di Cash alla Folsom Prison e del secondo Cohen – scusate se è poco).
Ammetterete che è tutta un’altra cosa; anche perchè, quasi dimenticavo di scriverlo, il disco è un gioiellino. Harper non fa niente per non somigliare al babbo, canta e pronuncia come lui, scivola con la stessa delicatezza sulla schiuma di parole che ha steso; ma per fortuna non si dimentica di scrivere belle canzoni, facili, aggraziate, ogni tanto muovendosi verso l’inevitabile direzione di Simon & Garfunkel ma spostandosi anche, verso un puro Nashville che il Simon maggiore non ha mai troppo frequentato o dalle parti di un moderno elegante pop che era il sogno dell’ultimo album di papà , Surprise, quello con Brian Eno (scrivo “era” perchè quel disco mi pare morto di inedia, dimenticatissimo – ucciso dall’indifferenza di un pubblico che ha bisogno di ben altri traumatici massaggi sonori e alla stessa maniera potrebbe far fuori questo CD).
Ad ogni modo, godetevi Wishes And Stars, Berkeley Girl, quella Shooting Star in cui fa capolino la buonanima di Elliott Smith, tanto per non parlare sempre di quarant’anni fa; e apprezzate il lavoro di leggendari contributors come Charlie McCoy, Lloyd Green e altri più giovani (Steve Gadd, Steve Nieve, Marc Ribot). C’è anche Sean Lennon, ecco un altro “figlio di”, e sospetto che Harper sia della medesima stirpe; bravo ma evanescente, legato a sogni troppo raffinati per i suoi tempi, incapace di capire il mondo con uno sguardo e di riassumerlo in una canzone come riuscì al mitico genitore.
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