Un bel disco segnalato come sempre dal ns amico Alien che sta riscontrando parecchi riscontri positivi.
Lo consiglio caldamente per l’ascolto
The Courage Of Others
Midlake
Voto: 4 stelle su 5
Casa discografica: Bella Union
Anno: 2010
Quando l’inverno raggiunge l’apice, occorre rifocillare gli animi. Che il terzo disco del quintetto texano, The Courage of Others, possa funzionare da antidoto omeopatico? La risposta è sì. L'”antidoto” giunge diretto come un lento treno di frontiera dal Lone Star State, località Denton, per la precisione. Dalla terra dei cowboy, dei “giovani fucili” e del Bush clan.
Arriva a sorpresa (ma il nome Midlake era già una silenziosa certezza), e già sembra di aver tra le mani una nuova pietra miliare della storia del folk rock. Da alcuni magnificata e indicata, frettolosamente o meno, ora non si può dire, come l’impresa discografica dell’anno appena iniziato.
Di certo, le undici tracce, una specie di lunga suite che riporta alla mente alcuni Lp del passato forgiati nel culto della perfezione del suono, scorrono per maestria e intensità . Dall’introduzione di Acts of Men a In the Ground come in una sinfonia di chitarre e flauti sognanti, il tema e le sue variazioni s’inseguono in un paesaggio disegnato su malinconie classiche e di perturbante magnetismo.
Più che “degli altri”, come suggerisce il titolo, il “coraggio” è proprio degli stessi Midlake, che dopo aver raggiunto una notevole popolarità nelle classifiche indie-pop con The Trials of Van Occupanther nel 2006 e il singolo-perla Roscoe, hanno confezionato un disco magico di antiquariato pop che punta più sulla coralità che sulle doti individuali. Tim Smith e i suoi ex compagni della North Texas School of Music, illustrati sulla copertina dell’album – un singolare omaggio all’Andrej Rublëv di Tarkovskij – come monaci seduti in un giardino distorto e senza tempo, declamano versi che invocano l’età di un’innocenza preindustriale contro le trappole della modernità .
Già ai tempi di Van Occupanther era chiaro che il percorso mentale della band fosse ispirato a un mondo antico. “Tendo a scrivere” ricorda Smith “immaginando una scena pastorale del diciannovesimo secolo o i dipinti rinascimentali, molto più ricchi (perdonatemi, come potrebbe essere altrimenti, ndr?) di qualsiasi cosa trasmettano su Mtv”. Riferimenti alti, non c’è che dire.
Così come la stessa copertina del disco (a dire il vero piuttosto brutta: non rende giustizia all’opera musicale) è un omaggio colto alla storia del pittore quattrocentesco di icone Rublëv, altrettanto illuminante è il recupero della tradizione folk rock britannica: Fairport Convention, Pentangle, Steeleye Span e Jethro Tull, di cui i Midlake sono strenui ammiratori (e maître-à -penser con la loro Living In The Past).
“Il coraggio degli altri” è un disco misterioso che aleggia fra le tenebre e l’idillio del giorno a venire. Un’epica bucolica sulle orme dei Fairport, del progressive fiabesco, senza dimenticare la musica del Loner per eccellenza, Neil Young. Undici canzoni che rendono uno sbalorditivo omaggio made in Usa alla musica inglese e non solo.
Lorenzo Barbieri
Related Articles
No user responded in this post
Leave A Reply