Intervista a Vasco Brondi
Vasco Brondi pubblica per Baldini Castoldi Dalai editore il suo esordio letterario, Che cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero. In occasione dell’uscita del libro,Maurizjo Zoja ha incontrato il giovane cantautore ferrarese per un’intervista. Ecco cosa ha raccontato…
Blog-disco-libro. Chi è nato prima e chi è legato a chi?
«Anch’io faccio fatica a distinguere i momenti e le cose scritte sulla carta da quelle scritte su Internet o nelle canzoni. Non mi interessa neanche vederle diverse, sono tutte indissolubilmente legate anzi aggrovigliate. Sono nate e sono state abortite assieme non mi ricordo quando di preciso e neanche un motivo preciso. Quasi per sbaglio come certi figli».
Dove sta la principale differenza tra quel che racconti nel tuo blog e nelle canzoni e quel che racconti nel libro?
«Il blog l’ho usato per un anno adesso è chiuso. In questo momento non mi interessa esporre subito tutto quello che faccio, sto sperimentando delle altre cose, alcune fragili, che non reggerebbero. Sto cercando di aprirmi in un altro modo e per ora restano sul mio computer o nei foglietti sparsi che perdo spesso. Nel libro forse c’è finito quello che nelle canzoni non ci stava neanche mettendocelo dentro con il martello. Certe fotografie narrative e altri pensieri e mezzi personaggi che possono stare senza musica e non la vogliono neanche».
Stai preparando degli spettacoli particolari legati al libro?
«Sto preparando in questi giorni una sorta di reading solitario con chitarre elettriche. È diventato una specie di monologo elettrificato. Lo farò in qualche teatro a novembre e poi con l’anno nuovo. Ho appena finito un tour estivo discretamente intenso e per un po’ mi fermerò».
Quali sono i libri della tua vita?
«Ovviamente adesso non mi vengono in mente. Ce ne sono moltissimi da cui ho preso dei dettagli. Adesso mi vengono in mente in ordine sparso La forza delle cosedi Simone De Beauvior, Clandestina di Teresa Zoni Zanetti, L’età del malessere di Dacia Maraini, Noi la farem vendetta e molti altri di Paolo Nori, almeno 54 dei Wu Ming, Miccia corta di Sergio Segio, La nausea e Il muro di Sartre, Chiedi alla polveree altri di John Fante, La strada di McCarthy, Lettere a nessuno di Antonio Moresco,Settanta di Toni Negri e Raffaella Battaglini, Pompeo e Pentotal di Pazienza,L’ultimo sparo di Cesare Battisti, praticamente tutto Tondelli, Giorgio Bassani e Natalia Ginzurg, La vita è uno schifo di Malet. Più o meno».
Stai lavorando al nuovo album, cosa ci puoi raccontare?
«Che non mi piace l’idea di intraprendere una carriera e quindi di dover, da adesso in poi, cagare fuori un disco ogni due anni per forza perché tutti se l’aspettano e cose del genere. Non lo so, ci sto guardando. Scrivo quando ne ho voglia e se ho qualcosa da scrivere. Il mio (non) metodo di lavoro non è cambiato da quando ho fatto le prime canzoni che potevano non uscire neanche da camera mia».
Dove sarà possibile incontrarti dal vivo?
«Faremo l’ultima data del tour a Reggio Emilia al teatro Ariosto per la rassegna LATO REC, il 14 novembre. Il 15 novembre sarò a Cuneo al teatro Toselli per il primo reading di Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero durante la rassegna Scrittori in città . Poi il 26 novembre un altro reading al teatro consorziale di Budrio. Tutte le altre date aggiornate si possono trovare su http://www.leluci.net/.
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di Maurizio Zoja
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